LAVORO AL VIDEOTERMINALE

LAVORO AL VIDEOTERMINALE

In molti settori lavorativi si è diffuso l’uso dei videoterminali (VDT), con i problemi correlati all’uso di queste attrezzature di lavoro, pertanto, a seguito delle nuove normative sulla prevenzione sui luoghi di lavoro, introdotte dal Decreto legislativo 81/2008 e in parte modificate dal D. Lgs. 106/2009, l’Inail ha recentemente aggiornato il manuale dedicato a “Il Medico Competente e gli Addetti ai Videoterminali”.

Il manuale, dopo un excursus storico sulla normativa in materia, tratta i fattori di rischio per tutti coloro che operano al videoterminale, i compiti del Medico Competente, la sorveglianza sanitaria e l’informazione e formazione, importanti per il coinvolgimento dei lavoratori.

 

Fattori di rischio

Numerose indagini cliniche svolte negli ultimi anni hanno evidenziato i seguenti effetti patologici attribuibili al lavoro ai VDT:

  • Disturbi visivi

Seppur non si evidenzino danni permanenti dell’apparato visivo nei lavoratori addetti all’uso di VDT, è accertato che l’uso di VDT, così come tutti i lavori che sottopongono a sforzo eccessivo e prolungato l’apparato visivo, provoca la comparsa di affaticamento visivo (astenopia), tra l’altro completamente e rapidamente reversibile.

L’astenopia è caratterizzata da sintomi di annebbiamento della vista durante il lavoro, perdita del fuoco nella visione lontana dopo il lavoro, cefalea, a volte diplopia durante il lavoro, cefalea anche lontano dal lavoro, sfarfallio dell’immagine, aloni colorati o visione rosata, lacrimazione o secchezza, sensazione di sabbia sotto le palpebre, bruciore, fotofobia etc.

  • Disturbi muscolo-scheletrici: sono caratterizzati da dolori, rigidità e parestesie localizzati per lo più alle braccia, in particolare ai polsi e alle dita, al collo, alla schiena, alle gambe e alle estremità. Questi sintomi possono dipendere da posture fisse prolungate e spesso non corrette a causa dell’inadeguatezza del posto di lavoro: sedile troppo basso, anomala dislocazione dello schermo rispetto agli occhi, etc.
  • Disturbi psicosomatici: cefalea, dispepsia, insonnia.
  • Quadri cutanei di tipo irritativo e/o allergico: dermatiti da contatto, irritative o allergiche.

Tutti gli studi e le indagini epidemiologiche sinora svolti escludono, per i videoterminali, rischi specifici derivanti da radiazioni, ionizzanti e non ionizzanti, sia a carico dell’operatore sia della prole, in quanto nei posti di lavoro con videoterminale le radiazioni ionizzanti si mantengono a livelli rilevabili nei comuni ambienti di vita e di lavoro.

In riferimento ai campi elettromagnetici, la presenza della marcatura CE sul videoterminale comporta che tali campi siano mantenuti al di sotto dei limiti raccomandati e riscontrabili nei comuni ambienti di vita ove sono utilizzate apparecchiature elettriche e televisive.

 

Sorveglianza sanitaria

I compiti del medico competente si sintetizzano in:

  • Parte istruttoria: prevede la raccolta e la valutazione delle informazioni, la programmazione dell’intervento sanitario.
  • Parte operativa: prevede numerosi adempimenti, evidenziati in particolare dall’art. 25 del D. Lgs. 81/2008:
    • visita degli ambienti di lavoro;
    • effettuazione degli accertamenti sanitari preventivi e periodici, con la compilazione delle cartelle sanitarie e dei rischi;
    • effettuazione di visite specialistiche (visite oculistiche, ortopediche, etc.), la prescrizione di esami integrativi;
    • giudizi di idoneità per il datore di lavoro;
    • relazione per il lavoratore con il giudizio di idoneità;
    • comunicazione, in forma anonima e collettiva, al rappresentante dei lavoratori, delle risultanze della sorveglianza sanitaria;
    • obblighi medico – legali (referto all’autorità giudiziaria, segnalazione all’organo di vigilanza territorialmente competente e all’Ispettorato del lavoro, certificato di malattia professionale);
    • comunicazioni al medico curante;
    • compilazione della relazione periodica relativa all’attività di sorveglianza sanitaria effettuata;
    • formazione / informazione.
  • Parte organizzativa: prevede la collaborazione con il datore di lavoro nell’organizzazione del primo soccorso e la partecipazione alla riunione periodica annuale.

 

Formazione e informazione

I lavoratori dovranno essere coinvolti nelle seguenti attività:

  • formazione professionale;
  • progettazione e/o acquisto dei programmi con i quali devono lavorare;
  • progettazione dell’ambiente e del posto di lavoro;
  • organizzazione dell’attività lavorativa.
  • controllo e verifica dell’attività svolta e dei risultati della formazione.

 

L’Inail ha recentemente aggiornato un altro documento relativo ai VDT, che raccoglie informazioni e buone pratiche (misure di prevenzione, suggerimenti relativi a software, schermo e postazione di lavoro) relative a “Il lavoro al videoterminale”.

I disturbi alla vista, i problemi dell’apparato muscolo-scheletrico legati alla postura e i problemi di affaticamento fisico e mentale, derivanti dall’utilizzo prolungato del videoterminale, possono essere prevenuti osservando alcune norme di buona pratica:

  • progettare ergonomicamente il posto di lavoro con una corretta scelta e disposizione degli arredi e dei videoterminali;
  • organizzare correttamente il lavoro, rispettando le pause ed evitando di mantenere una posizione inalterata per tempi prolungati, la digitazione rapida e l’uso del mouse per lunghi periodi;
  • avere a disposizione un videoterminale (schermo, tastiera, mouse e, se necessario, tappetino per il mouse) moderno e appropriato nonché arredi regolabili in base alle dimensioni corporee dell’operatore;
  • avere un piano di lavoro con spazio sufficiente per l’appoggio degli avambracci e per la corretta collocazione dello schermo, della tastiera e del mouse;
  • allestire il posto di lavoro in modo ottimale in funzione delle dimensioni corporee dell’operatore (altezza del sedile, del piano di lavoro e posizione dello schermo);
  • usare occhiali appropriati per correggere eventuali difetti di vista;
  • fare pause per rilassarsi;
  • alternare spesso al lavoro al videoterminale attività lavorative in posizione eretta.

Software e schermo

Al fine di prevenire i disturbi correlati all’affaticamento fisico e mentale, i software utilizzati devono rispondere ai seguenti requisiti:

  • devono essere adeguati alla mansione da svolgere;
  • devono essere di facile uso, adeguato al livello di conoscenza e di esperienza dell’utilizzatore;
  • devono essere strutturati in modo tale da fornire ai lavoratori indicazioni comprensibili sul corretto svolgimento dell’attività;
  • i sistemi devono fornire l’informazione di un formato e ad un ritmo adeguato agli operatori;
  • i principi dell’ergonomia devono essere applicati in particolare all’elaborazione dell’informazione da parte dell’uomo.

Lo schermo deve essere “liberamente e facilmente orientabile e possibilmente inclinabile”.
È auspicabile “la presenza di un dispositivo per la regolazione in altezza dello schermo” e la “luminosità e/o il contrasto tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono essere regolabili anche per migliorare la leggibilità del testo e della grafica”.

Inoltre, “l’eventuale problema dell’esposizione ai raggi X di bassa energia generati dei monitor è stato superato dal passaggio agli schermi piatti, basati su tecnologie che non utilizzano i tubi catodici e che quindi non emettono alcun tipo di raggi X”. Questi schermi “generano campi elettromagnetici di bassa intensità che non raggiungono neppure le dimensioni del campo di un normale cavo di rete e quindi non destano nessun tipo di preoccupazione”.

Riguardo ai campi elettrostatici, gli “schermi di recente fabbricazione generano campi elettrostatici esigui, in quanto la loro superficie viene pretrattata”.

Postazione di lavoro

Molti dei disturbi che possono colpire gli addetti al videoterminale “sono essenzialmente dovuti all’errata progettazione del posto di lavoro e/o ai comportamenti errati degli stessi operatori”, pertanto si suggerisce di:

  • regolare dapprima l’altezza del sedile in modo da avere le cosce in posizione orizzontale o leggermente inclinate verso il basso e i piedi completamente appoggiati sul pavimento;
  • in seguito regolare il piano di lavoro portandolo all’altezza dei gomiti;
  • se il tavolo è troppo alto e non regolabile in altezza, regolare la sedia in modo che gli avambracci siano in posizione parallela rispetto al pavimento e, se necessario, fare uso di un poggiapiedi;
  • lasciare fra il bordo della sedia e la parte posteriore del ginocchio uno spazio di circa 4 cm;
  • regolare lo schienale in modo che fornisca un buon supporto della regione lombare. Preferire sedie che consentono una posizione seduta dinamica (lo schienale segue i movimenti naturali del corpo quando ci si piega in avanti o all’indietro);
  • se la maggior parte degli operatori utilizza una distanza visiva minima, dal monitor, “che varia da 50 a 70 cm lavorando su schermi delle dimensioni abitualmente in uso, per schermi di 15 pollici è raccomandabile una distanza di 50-60 cm, per uno schermo di 16 pollici 60-70 cm e per uno di 17 pollici 70-80 cm” (per “schermi molto grandi, come quelli utilizzati nelle postazioni di lavoro CAD, sono da prevedere distanze maggiori”);
  • posizionare lo schermo ad una altezza corretta (bordo superiore dello schermo all’altezza degli occhi o leggermente al di sotto). Per chi è affetto da presbiopia e porta occhiali progressivi o bifocali vale in generale la regola secondo cui lo schermo va posizionato ad una distanza maggiore adeguata alle esigenze visive dell’operatore e ad una altezza che consenta alla testa di assumere una posizione naturale;
  • le spalle devono essere rilassate, la schiena diritta e ben poggiata allo schienale, il busto non deve essere in torsione, gli avambracci devono poggiare comodamente sul piano di lavoro ed essere in posizione orizzontale, ossia parallela rispetto al pavimento;
  • le ginocchia devono formare un angolo di circa 90°;
  • gli avambracci, i polsi e le mani devono rimanere in posizione diritta e tra loro allineata e l’inclinazione o lo spessore della tastiera non deve essere tale da far piegare indietro i polsi.
  • ogni addetto ai VDT deve “farsi mostrare dal Responsabile del Servizio di prevenzione e protezione, dai superiori o dai colleghi il modo corretto di regolare il sedile e il piano di lavoro”;
  • il datore di lavoro deve “verificare periodicamente che i posti di lavoro al videoterminale siano conformi alle indicazioni di legge, siano idonei alle caratteristiche fisiche degli operatori e siano utilizzati in modo corretto”.

Inail, “Il Medico Competente e gli Addetti ai Videoterminali”, versione febbraio 2010, a cura della Sovrintendenza Medica Generale (formato PDF, 483 kB).
Inail, “Il lavoro al videoterminale”, aggiornamento a cura di Barbara Manfredi (formato PDF, 1.98 MB).

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